venerdì 29 febbraio 2008

Next Food Experience

Nel cuore del capoluogo lombardo, l’Alixir Food Lounge, con il suo look nero predominante, è un’oasi emozionale – e cool! – in cui vivere un’esperienza alimentare innovativa ed esclusiva: la Next Food Experience.


13 commenti:

Anonimo ha detto...

ma cosa sarebbe la prossima esperienza del cibo?

maja ha detto...

The next food experience è un nuovo modo di approcciare il cibo, in cui questo non solo "ci ciba", ma è funzionale alla nostra salute. In quest'ottica anche l'esperienza del mangiare risponde a bisogni più ampi. Non a caso si chiamano functional food.

lenore ha detto...

gnam gnam...interessante!

maja ha detto...

Ma mi viene un dubbio. Non sarà che dopo tanto parlare di valori soft, qui si sta ritornando a quelli hard!?!

rumore ha detto...

Credo che da sempre la funzione del cibo sia quella della nostra sopravvivenza e per dirla con la parole di Maia "funzionale alla nostra salute". In quanto tale mi sembra un valore molto hard. E'più che altro un bisogno primario.
Per quanto concerne le funzioni soft del cibo: convivialità, affari, piacere, ne possiamo individuare moltissime ma tutte riconducibili al valore emozionale del cibo stesso. E anche niente di nuovo. Quello che mi sembra interessante è la veste estetica e i contenuti relativi alla preparazione che cambiano di continuo e si innovano costantemente. Quello che fa tendenza non è il cibo in sè ma la sua presentazione, le preparazioni e il modo di offrirlo creando obiettivi e tendenze che "gratta gratta" riconducono sempre alle due funzioni di base del cibo: nutrizione e piacere.

Se poi volessimo approndire gli aspetti ascetico o spirituali e quindi funzioni diverse del cibo si potrebbe aprire tutt'altro capitolo.

Anonimo ha detto...

Più che altro si passa dalla "vecchia" esperienza del cibo , che poteva essere una ricerca di nuovi sapori o la vo glia di farsi una bella mangiata, ad un regime di dieta perenne.

Forse sarebbe più interessante parlare delle funzioni sociali e spirituali del cibo, ma sarebbe terribilmente uncool, meglio rincorerrere il feticismo di torsoli di mela appena addentati.

maja ha detto...

Mettiamo un pò d'ordine. Rumore dice fche la tendenza la fa il packaging, e non il cibo. Nonostante in parte possa essere in accordo, il caso Alixir ci fa comprendere che la tendenza la sta facendo il prodotto, poichè è la sua funzione/composizione che è cambiata. Forse occorre un'ulteriore riflessione a riguardo...

rumore ha detto...

Quello che volevo dire oltre al fatto che è il pack a fare la tendenza è che facciamo o seguiamo tendenze "dell'acqua calda". Non è che non ho capito qual è la Next Food Experience? Oggi sono stata a mangiare i ricci sugi scogli. E'stata una Next Food Experience? Allora la faceva anche mio nonno.

Unknown ha detto...

i ricci hanno un ottimo packaging


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/62/SeaUrchin.jpg

lenore ha detto...

caro grisanti è vero:i ricci hanno un packaging veramente originale e che osa,
detto ciò, sinceramente non capisco che significa dire che il cibo ha funzioni primarie come nutrire e piacere, nel senso che è ovvio, ma tutto l'esistente - oggetti, immagini, abiti, cibi etc. - hanno un valore denotativo e uno connotativo. la scienza della comunicazione, la semiotica, la grafica e le discipline affini cercano di comunicarli entrambi e di sviscerarli. altrimenti diremmo che è inutile parlare di stili e di mode perchè gli abiti servono solo a coprirci e a ripararci dal freddo. evidentemente non è così, nè parlare di packaging significa parlare di acqua calda o di aria fritta. anche i ricci sullo scoglio che mangiava tuo nonno sono mediati da segni che non possono essere neutrali. lì non c'è il bisogno di nutrizione perchè evidentemente il riccio non nutre, ma dà piacere, e dà ancora più piacere mangiarli sugli scogli che non sono comodi ma esaudiscono altri piaceri, la vista, il livello emotivo, quello della memoria, cioè, ad es. se tuo nonno andava sempre lì a mangiare ricci allora quando ci vai ci vai per soddisfare il piacere del ricordo.
se poi a alixir ti propongono un fighissimo piatto fatto di pietra di mare con dentro un irriconoscibile riccio, servito accanto a alghe disposte in forma di rosa etc... ebbene si, può essere una nuova food exp. condivisibile o meno ma pur sempre un'operazione di marketing.

e che dire dell'arte della disposizione e forme del cibo giapponese come sushi et similis?

infine non capisco che vuoi dire, maja, quando scrivi che "il caso Alixir ci fa comprendere che la tendenza la sta facendo il prodotto, poichè è la sua funzione/composizione che è cambiata", cioè il prodotto in questione non è nuovamente un packaging in senso lato? la funzione non rimane sempre quella? cioè piacere/minimo di nutrizione/estetica?

maja ha detto...

Piacere, minimo di nutrizione, estetica + CURA...

Unknown ha detto...

La next food experience è questa :

un minimo di nutrizione, un pizzico di piacere, una spolverata di estetica, le mani laboriose della mamma, un cucchiaio di bontà.

lenore ha detto...

vabbè, allora ci andiamo?
;-)